Tutti siamo entrati in un negozio, in un supermercato o in un esercizio commerciale, sin dalla più tenera età. Tutti abbiamo visto migliaia di confezioni colorate che popolano gli scaffali, i giornali, le locandine e la pubblicità in tv. Senza mai farci caso, o quasi.
Il colore è lì, è ovunque e nemmeno ci facciamo caso, ma come abbiamo imparato, è sempre una forma di comunicazione. Ci sta dicendo qualcosa, sta suggerendo un messaggio e noi lo percepiamo, soprattutto inconsciamente.
Ma che rapporto ha con il packaging, ossia l’arte di realizzare le confezioni che contengono i prodotti che possiamo acquistare?
La relazione che i colori stringono con questi elementi è indissolubile, fortissima e determinante per moltissime ragioni, che vedremo nel dettaglio.
Innanzi tutto ogni colore è portatore di un messaggio, culturalmente attribuito, che peraltro sa suscitare anche uno stato d’animo in chi lo osserva. Ecco dunque che il giallo, l’arancione e il rosso sono, generalmente, associati alla gioia, all’energia e all’azione, mentre il verde o il blu sono preferiti per comunicare quiete, tranquillità e benessere.
Ecco quindi che ci troviamo di fronte ad un primo importante punto: la coerenza fra il prodotto e la sua confezione. Ciò non è affatto secondario per molte ragioni. In primo luogo perché ciò che la confezione ci sta comunicando deve corrispondere al prodotto contenuto al suo interno. In secondo luogo denota le precise scelte dell’Azienda produttrice che lo indirizza ad un pubblico preciso.
Come un pubblico preciso? Significa che il colore può contribuire ad attirare l’attenzione di un cliente specifico?
Assolutamente sì. In tal senso entrano in gioco numerosi fattori che si associano proprio alla fascia d’età, al sesso, alle condizioni economiche, sociali e alle abitudini del soggetto e soprattutto alle sue caratteristiche culturali. Per “cultura” s’intendono necessariamente tutti quegli elementi che ci rendono unici nel mondo, fra cui la provenienza geografica, il “background” di crescita, l’ambiente in cui viviamo e ci siamo formati e così via. Dunque la cultura di appartenenza influenza le nostre scelte di consumo e ci condiziona nel preferire talune caratteristiche (e colori) anziché altre. Ciò significa che (in termini assolutamente generali) di fronte ad una confezione di colore rosso un giapponese, piuttosto che un senegalese o un irlandese reagiranno in modi differenti. Questo è affascinante, ma è doveroso conoscerlo per “sfruttare” tale potenziale in maniera acuta e proficua.
Si spiega così perché i giocattoli e in generale tutti i manufatti destinati ai più piccoli abbiano colori sgargianti, vivaci e decisi, mentre un gioiello elegante o un abito di classe siano proposti in pacchetti di tonalità più discrete e sobrie.
Oltre a questo fatto, entra in gioco anche l’attribuzione di ogni singolo prodotto e le convenzioni che lo accompagnano. Ecco dunque che difficilmente vedremo una bistecca in una confezione nera, piuttosto che una tisana rilassante in uno scintillante pacchetto arancione. Tutto può essere e dunque anche la creatività ha un ruolo importante, ma bisogna sempre dosare il tutto con cautela.
A volte infatti si usa rompere questi schemi e queste convenzioni proprio per “colpire” l’acquirente e mostrarsi diversi rispetto alla concorrenza.
È doveroso a questo punto spezzare una lancia in favore di un altro elemento: il colore è anche fidelizzazione, emblema di un marchio, tratto distintivo in mezzo a migliaia di altri simili. In moltissimi casi infatti un’Azienda sceglie una cromia da associare ad un prodotto (o una linea di prodotti) e la conserva nel tempo. I clienti sapranno distinguerlo e riconoscerlo già a distanza, con un solo colpo d’occhio e senza bisogno di leggerne il nome o fare riferimento ad altri elementi, siano essi grafici o testuali.
Di certo le potenzialità e le caratteristiche di cui dispongono i colori sono moltissime che vanno ben oltre quelle elencate, tuttavia possiamo già avere un quadro di quanto siano potenti e spesso determinanti per decretare il successo o il fallimento di un oggetto venduto. Addirittura ne diviene una qualità quasi intrinseca del bene stesso per cui viene scelto o meno proprio in base a come viene presentato, se ci ha sedotto oppure no.
Ecco dunque che in qualsiasi operazione commerciale che abbia alle spalle una mirata e puntuale strategia comunicativa non può mai prescindere da un utilizzo consapevole, preciso e attentamente studiato del colore, proprio perché portatore di tantissimi messaggi che il pubblico percepisce molto prima di avvicinarsi e conoscerne caratteristiche, nome, funzioni e qualità. L’attenzione deve essere massima proprio per proporre al meglio i propri prodotti sul mercato, attirare e sedurre i clienti, fidelizzarli e far sì che preferiscano tale scelta rispetto alla concorrenza.
È una sfida? Certo! Non è facile, vero? Decisamente no, proprio perché abbiamo visto che entrano in gioco tantissimi fattori e devono incastrarsi tutti in un “puzzle” studiato minuziosamente.
Il mondo è colorato e sta a noi saper decifrare e usare in modo opportuno questo straordinario elemento che ci ha donato la Natura.