Nuovi mercati globali e comunicazione interculturale: strategie di marketing senza confini

La comunicazione interculturale nel mercato internazionale. Strategie di marketing

Fino ad alcuni decenni fa spingere la propria attività sul mercato internazionale e dunque proporre i propri prodotti o servizi in altri Paesi era una scelta non priva di grandi rischi, incognite, costi elevati e necessarie politiche aziendali volte ad occuparsi specificamente di tale settore, spostando così la forza lavoro da altre mansioni o acquisendone di nuova. La comunicazione interculturale può essere la chiave di volta per coordinare i propri sforzi nella giusta direzione.

Oggi con l’enorme diffusione di Internet tutto ciò ha subito un cambiamento epocale, una radicalizzazione senza precedenti che ha stravolto il modo di fare business con l’estero, imponendo nuove strategie, nuovi approcci e soprattutto spingendo le imprese ad adottare nuove forme di comunicazione. I rischi (principalmente economici) rimangono tali, come in qualsiasi attività d’impresa, tuttavia è il mercato che è cambiato (o quantomeno il funzionamento del mercato stesso), ove gli attori si muovono in un terreno profondamente diverso rispetto a quello di un tempo.

Ma cosa cambia effettivamente? Quali elementi entrano in gioco?

Innanzi tutto la rete mette a disposizione dell’Azienda una vetrina globale, così non si raggiungono solo i clienti geograficamente vicini, bensì è un modo assai interessante per farsi conoscere da persone che abitano addirittura in altri continenti. Oggi pressoché tutte le Società hanno una presenza in internet, tuttavia bisogna avere l’accortezza di catturare l’attenzione dei clienti in modo ottimale.

Ricordiamoci che gli enormi vantaggi che Internet offre in termini di visibilità sono compensati dalla grande concorrenza che il medesimo sistema impone. La sfida odierna è dunque non più [solo] quella di curare la propria immagine in rete, attraverso un sito ben curato e studiato ad hoc, bensì sfruttare numerose strategie per emergere dal mare di competitors che ci circondano.

Un errore molto comune che spesso si rivela fatale è costituito dalla credenza che per allargare la propria attività d’impresa in uno o più mercati internazionali basti tradurre le pagine che costituiscono il proprio sito aziendale nella/e lingua/e di quel Paese o di quei Paesi. Nulla di più sbagliato!

Certo, la traduzione di un contenuto in varie lingue è certamente doveroso e comunque il primo passo da effettuarsi, tuttavia bisogna tenere in viva considerazione che un mercato diverso dal proprio è costituito da gusti, usi, costumi, regole, caratteristiche, cultura, preferenze, attitudini anche profondamente differenti da ciò cui siamo abituati. Rivolgersi al mercato internazionale è prima di tutto una mossa che tocca la cultura e la coscienza del posto. Successivamente entrano in gioco numerosi altri fattori, specifici per il mercato di riferimento e soprattutto per i clienti che si vogliono raggiungere e le loro peculiarità.

Vediamo dunque che bisogna operare in una direzione in cui elementi culturali e linguistici si mescolano in modo opportuno per raggiungere lo scopo prefissato.

La globalizzazione ha aperto una finestra alle aziende offrendo nuove e immense opportunità, tuttavia ha celato in sé anche un lato negativo, che si traduce in un’enorme concorrenza nella quale per emergere bisogna studiare con grande attenzione il mercato a cui ci si rivolge e approntare precise tattiche.

Oggi più che mai il successo si raggiunge non [solo] con l’offerta di prodotti o servizi di qualità, bensì con l’azione puntuale e ben calibrata per essere di gradimento ad un pubblico potenzialmente vastissimo e senza confini.

Ma come si “colpisce” l’animo di nuovi potenziali clienti? Come si “rapisce” la loro attenzione e si suscita interesse nei propri prodotti/servizi, quando addirittura queste persone si trovano o provengono da una realtà anche profondamente diversa dalla propria?

La risposta a tutto questo, seppur alle sue spalle vi sia una strategia assai complessa, si può sintetizzare in un unico termine: rispetto.

Solo quando si pone l’attenzione sul cliente e solo successivamente gli si “cuce” addosso il prodotto/servizio in modo opportuno, rispettando la sua cultura di provenienza e non imponendo i nostri gusti si ottiene una risposta vincente sul mercato.

Ancora una volta dobbiamo richiamare la globalizzazione, sempre in riferimento ad un altro lato negativo: la percezione che un medesimo prodotto o servizio possa essere proposto senza variazioni in tutto il mondo. Abbiamo noti esempi di marchi famosi che vendono i loro beni ovunque, tuttavia sarebbe necessario valutare le strategie operative che ognuno opera per renderci conto che il discorso è differente: il prodotto è lo stesso tuttavia il successo della sua diffusione si cela nell’abilità intrinseca di saperlo proporre in modi differenti, proprio per suscitare l’interesse di persone che hanno una provenienza culturale spesso diversissima.

È bello e opportuno tenere sempre in considerazione che gli esseri umani, pur essendo da un lato tutti appartenenti alla medesima specie, sono tutti differenti, ossia ognuno è un mondo a sé. Riuscire a soddisfare le esigenze a individui così diversi l’uno dall’altro è una delle tante sfide del marketing e della comunicazione, soprattutto nell’epoca in cui stiamo vivendo. Attenzione, la “diversità” è qui intesa come ricchezza, come risorsa di enorme pregio. È infatti solo così che anche l’Azienda ne può trarre un grande vantaggio: è obbligata a stare al passo con i tempi, studiare e analizzare i gusti dei propri clienti (e soprattutto conoscere quelli di altri, affinché diventino anch’essi clienti) e soprattutto confrontarsi con tante realtà differenti.

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