La semplicità del bianco: candide pennellate di purezza

Il candore di una valle innevata, la magica atmosfera di un manto che riveste ogni cosa con delicatezza, l’abito della sposa nel giorno più bello della sua vita, la sensazione di pulito che infonde una camicia fresca di bucato. Il bianco è tutto questo e molto di più.

Usatissimo come sfondo per aumentare la leggibilità dei testi, sa essere estremamente discreto, ben adattandosi con quasi tutti gli altri colori (tranne nelle loro tinte più tenui), tuttavia per non apparire “vuoto” o banale deve sempre essere abbinato in modo corretto, proprio per acquisire presenza scenica.

Dobbiamo subito fare una precisazione, avendolo chiamato “colore” in modo inappropriato. Il bianco, insieme al grigio e al nero, si può definire “non-colore“, perché di fatto non esiste, è un’interpretazione dovuta alle capacità visive umane che sintetizzano lo spettro dei colori nella luce visibile. Infatti la luce solare ci sembra bianca, tuttavia in particolari momenti e con determinate condizioni atmosferiche quando appare un arcobaleno la percepiamo in tutto il suo fascino. La luce non è bianca, ma è un curioso insieme di radiazioni di tutti i colori. Senza entrare in noiosi tecnicismi (la sintesi additiva e quella sottrattiva, ad esempio), si può affermare che il bianco (così come il nero) nasca da una combinazione di tutti gli altri colori, o meglio, sommando i tre colori primari spettrali si ottiene il bianco (si somma luce con luce), mentre sommando i tre colori primari pittorici si ottiene il nero (o quantomeno un colore scurissimo), perché in questo caso invece si toglie luce ad altra luce.

     Oltre a ciò, il bianco (così come il grigio, sotto taluni aspetti e nelle sue tonalità più chiare), può avere una caratteristica assai peculiare: è estremamente polivalente, in quanto può accogliere in sé tutte le altre cromie. Se ad esempio versassimo qualche goccia di colore a nostra scelta in un contenitore pieno di vernice bianca, otterremmo una tinta assai tenue di quel colore versato. Il bianco sa quindi trasformarsi in ogni altra cosa. È meraviglioso!

Ora tocca un’altra precisazione che peraltro ci accompagnerà lungo tutto il nostro viaggio nell’affascinante mondo dei colori. Come abbiamo già appreso e più volte visto, essi hanno un aspetto fisico, che deriva da precisi concetti e studi scientifici, obiettivi e sempre validi, e un aspetto culturale, soggettivo, a cui si attribuiscono significati simbolici propri di ogni cultura, dunque mutevole nel tempo e nei vari luoghi.

Ciò è molto importante e lo capiremo in numerosi contesti, soprattutto…con il bianco appunto!
Questo “non-colore” nella cultura occidentale è spesso associato alla purezza, alla pulizia, alla semplicità e dunque ha un’accezione generalmente positiva. In altre culture, come quella giapponese ad esempio, è invece anche associato al lutto e dunque alla morte (quantomeno sino al XIX secolo, traendolo dalla tradizione cinese). Ci capiterà spesso di affrontare questa curiosa diversità fra occidente e oriente ed è per questo che cercheremo di cogliere queste differenze come una preziosa indicazione dell’eterogeneità dell’essere umano e delle sue straordinarie capacità.

Restando in questo contesto culturale, dobbiamo necessariamente sottolineare un fatto che, seppur per ovvie ragioni non riguardi il bianco, sì sarà determinante per tutti gli altri colori che vedremo: la tonalità. Da un punto di vista simbolico e percettivo non sarà lo stesso un azzurro chiaro o un blu scuro, un rosso intenso e un rosa pallido, così come un verde tenue e il suo corrispettivo molto scuro. Ma questo sarà motivo di altri capitoli e altre analisi.

Nel mondo “online il bianco è usatissimo proprio perché permette a tutti una visibilità di testi e contenuti come nient’altro, giacché il contrasto è assicurato. È perciò la scelta più indicata per offrire la massima fruibilità anche e soprattutto a chi può avere difficoltà di visione o di lettura, tuttavia come abbiamo visto è opportuno sia sempre abbinato ad altri colori proprio per guadagnare vitalità. Utilizzarlo con il nero, specie per i testi, è un’ottima scelta, sempre gradita, in quanto ricorda i documenti scritti su fogli di carta a cui siamo abituati nella vita reale. Il nero con il bianco è dunque eccellente per comunicare serietà, precisione, classicità e soprattutto austerità.

Per restare in tema di “tonalità” e “internet”, conviene precisare che spesso non è consigliabile utilizzare tinte tenui con il bianco, proprio perché esse tenderanno a “sparire”, ad essere inglobate da tanto candore e dunque diventare quasi impercettibili per molte persone.

Fierezza, di chi o ciò che non teme di doversi nascondere, grande luminosità ed estrema adattabilità, mitezza e innocenza: ecco una sintesi del bianco, come siamo abituati a conoscerlo. È anche simbolo di pace (la colomba) per l’iconografia cristiana.

Una scelta sobria, intramontabile e assai piacevole. Il fascino della neve, che toglie il fiato per la sua semplicità, sarà sempre qualcosa di magico.

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