La comunicazione non verbale in Azienda. Come progettarla e migliorarla

La comunicazione umana è qualcosa di strepitoso. Forse, senza esagerazioni, si potrebbe affermare che sia uno degli strumenti fra i più importanti di cui si disponga nella nostra esistenza, l’elemento principe dell’evoluzione. Quando però si parla di comunicazione chiunque pensa immediatamente, e non a torto, alle parole, alla produzione scritta e a tutto ciò che concerne realmente con la trasmissione di un messaggio fra due (o più) interlocutori. Tuttavia esiste una parte “sommersa”, nascosta, che spesso non viene considerata, quantomeno consciamente: la comunicazione non verbale.

Quando infatti comunichiamo non lo facciamo mai solo con parole, bensì anche con gesti, modi, tonalità della voce, espressioni, posture del corpo e moltissimi altri elementi che concorrono alla trasmissione del “pacchetto” di informazioni che forniamo ai nostri interlocutori. Infatti nell’azione del comunicare entra in gioco l’esigenza di trasmettere anche emozioni, idee, concetti, stati d’animo e moltissimi altri elementi carichi di significato, peraltro impalpabili. Tutti questi elementi, insieme, formano il messaggio che verrà percepito, analizzato e colto da chi lo riceve. Ora, si potrà quasi pensare, consciamente, che tutti questi elementi siano superflui, quasi insignificanti, inutili per ciò che concerne realmente l’oggetto dell’interloquire.

Mai idea fu più errata.
Molti studi dimostrano l’enorme importanza di tutto ciò e affermano che addirittura la parte non verbale di un discorso sia nettamente superiore rispetto alla sua controparte verbale. In pratica quando diciamo qualcosa a qualcuno, per almeno il 60% lo stiamo comunicando attraverso tutti questi elementi e non con le parole stesse.
È qualcosa di strepitoso!

Ma un’Azienda? Cosa c’entra con tutto questo?

Una Società comunica all’esterno in moltissimi modi, per farsi conoscere, proporre i propri prodotti o servizi, pubblicizzarli e aggredire il mercato per primeggiare sulla concorrenza. La cura dei testi, degli slogan, dei comunicati stampa, delle interviste ai vertici societari è spesso assai minuziosa, tuttavia come abbiamo visto non è tutto ciò a cui bisogna stare attenti, bensì si tratta di una parte minoritaria.

Dunque? Cosa fare? Cosa manca?

Per comunicazione non verbale in Azienda si può perciò intendere questo insieme di elementi, stili, colori, forme, modalità scelti per veicolare i messaggi e accompagnare i prodotti offerti. Ma come? Andiamo nello specifico.

Il primo strumento che già comunica tantissimo a chiunque è il logo dell’Azienda. Le forme, i colori, le proporzioni, le dimensioni e le caratteristiche generali forniscono già una chiara informazione che si traduce in quali valori, stili e modalità si identifica e opera la Società stessa.
Con il mondo di internet, oltretutto, si apre una finestra di enormi proporzioni e potenzialità proprio su questo argomento. Il sito internet della Società è il suo specchio. In esso qualsiasi elemento concorre nel formare l’idea che i consumatori si faranno e, in ultima analisi, preferirla rispetto ad altri concorrenti.

Oltre a ciò, tutto il materiale informativo che viene distribuito o esposto (dai biglietti da visita passando per volantini di eventi, flyer, striscioni, manifesti, espositori, passando per il loro allestimento all’interno degli spazi aperti al pubblico, i colori scelti e così via) concorre anch’esso nella costruzione dell’identità aziendale, ossia quell’insieme variegato ed eterogeneo di dettagli che, insieme, formano l’opinione che i clienti (o potenziali tali) possono formarsi sulla Società stessa, più o meno consapevolmente, più o meno consciamente.Viene da sé che la cura di tutti questi elementi debba essere massima, non tanto per la qualità, questo è ovvio, bensì per la coerenza stilistica ma anche e soprattutto per le opportune scelte da operare affinché vi sia una relazione efficace e precisa fra le intenzioni di ciò che si vuole comunicare e ciò che si comunica davvero. Questo punto è fondamentale, perché è qui dove invece in moltissimi casi si assistono a disastri di proporzioni colossali.
Spesso infatti si crede, a torto, che molti elementi grafici, cromatici e simbolici abbiano un valore squisitamente stilistico, “artistico” e astratto, senza peraltro essere portatori di un significato ben più profondo, ossia che anch’essi (e più di ogni altra cosa!) stiano comunicando qualcosa. Ecco, è dunque fondamentale sapere (e decidere con attenzione) cosa si voglia/debba comunicare e farlo nel modo giusto.

È corretto a questo punto spezzare una lancia anche in favore della creatività.

Per quanto dietro a tutto ciò vi siano rigorosi principi tecnici che affondano le proprie radici nella scienza, esiste anche una componente creativa, ove le idee e l’innovazione rompono gli schemi, apportano novità e freschezza, senza peraltro esagerare. L’obiettivo ultimo deve sempre essere la qualità, la coerenza (fra ciò che si comunica e ciò che si vorrebbe comunicare), l’estetica (ossia che l’effetto dell’insieme sia piacevole e che soddisfi determinati canoni di proporzioni e cromie) e certamente la capacità di creare stupore nel cliente, donando attraverso la semplicità un’esperienza unica. Perché oggi, più che mai, si può emergere dalla concorrenza rendendo il rapporto Cliente/Azienda qualcosa di speciale, dove la relazione non si basa solo sulla necessità di acquistare prodotti o, dall’altra parte, di venderli, bensì in una simbiosi di valori condivisi, stabilendo una sintonia che si traduce in soddisfazione e appagamento per i primi e successo professionale per i secondi.

error: Content is protected !!