La violenza gratuita, verbale, fisica o psicologica è sempre esistita, non è un prodotto del nostro tempo, purtroppo, tuttavia con l’avvento e l’uso massiccio del web ha trovato un nuovo pericoloso terreno di diffusione. Scopriamo come la comunicazione possa contribuire in modo decisivo nel difendersi, contrastare e prevenire tali comportamenti. Ecco dunque il cyberbullismo.
Quando un atteggiamento denigratorio, con la finalità di umiliare, schernire e offendere o comunque in generale far soffrire qualcuno avviene attraverso internet si può far rientrare nella definizione di cyberbullismo. Questa pratica, abietta, immotivata e stupida, con le nuove tecnologie, i Social Network e generalmente la rete ha trovato una maggiore diffusione, assecondando il desiderio dei “bulli” di apparire. Ricordiamo infatti che per questi soggetti non vi è solo piacere nell’infliggere sofferenza ad altri, bensì anche divenire oggetto di ammirazione per tali imprese diffondendone al massimo le prodezze perpetrate.
Facciamo ora una premessa doverosa. È evidente che a causa della complessità dell’argomento trattato e delle numerose figure che possano entrare in gioco (psicologi, psicoterapeuti, Forze dell’Ordine, insegnanti, genitori, tutori, Servizi Sociali, Consultori e così via), ci focalizzeremo tuttavia necessariamente sugli aspetti legati al web e a come la comunicazione possa giocare un ruolo chiave nella difesa e prevenzione di tali comportamenti. È chiaro però che i suggerimenti e le informazioni che si possano trovare qui non potranno mai sostituire il prezioso supporto e azione delle figure che ogni giorno si battono proprio per sensibilizzare, prevenire o aiutare chi purtroppo ha già subito o rischierebbe di subire atteggiamenti di tale natura. Tuttavia, ci si augura che questo piccolo “vademecum” possa essere gradito.
Abbiamo (volutamente) usato due termini che ben identificano il succo del discorso e di cui andrà sottolineata l’importanza: sensibilizzazione e prevenzione. Attenzione, ciò non significa che chi è già stato vittima sia necessariamente qualcuno che non è stato opportunamente sensibilizzato sull’argomento, perché è bene ricordare fermamente che non è mai colpa di chi subisce tali violenze, nemmeno quando non si abbia certezza che abbia messo in atto tutta la prevenzione adeguata, ciò nonostante si possono attuare taluni atteggiamenti (soprattutto in rete) per rendere la vita più difficile a questi famigerati “bulli”. Come? Conoscendo il loro modo di attuare e dunque facendo sì che non abbiano “armi” per colpire. Scopriamo come in dettaglio.
Social Network, innanzi tutto, luogo prediletto soprattutto dei più giovani (e che spesso sono proprio i più indifesi e oggetto delle attenzioni dei malintenzionati), è dunque l’ambiente dove agire maggiormente per difendersi. Massima attenzione ai contenuti che si pubblicano, foto, video e testi che mostrino le proprie attività, abitudini e atteggiamenti della vita privata, così come diffondere notizie minuziose circa dati privati e sensibili che invece andrebbero assolutamente tenuti riservati. Attenzione, ciò non significa vivere prigionieri o nell’impossibilità di esprimersi per paura che qualcuno possa usare tali informazioni contro di noi, bensì non fornire preziosi elementi per essere poi ricattati o attaccati da qualche sbandato di turno.
I giovani attraversano un’epoca della loro vita in cui si trovano ad affrontare pulsioni, desiderio di affermazione, nuove esperienze, sogni di gloria e moltissimo altro e il mondo di internet può essere una vetrina eccezionale, ma anche terreno di pericolosi rischi che è bene prevenire il più possibile. Un argomento a parte lo merita la sfera sessuale (ci si riferisce con tale accezione a foto/video provocatori, atteggiamenti seducenti e così via) che è un elemento delicatissimo che riguarda la sfera più privata di un individuo, soprattutto degli adolescenti che stanno ancora cercando e costruendo la propria identità, inclinazioni, interessi e quant’altro. I “cyberbulli” scandagliano questi luoghi in modo minuzioso proprio alla ricerca di tutte queste informazioni per poi farne uso per i propri scopi loschi.
Un altro fattore che spesso viene preso di mira o, meglio, ne è l’elemento principe è certamente il concetto di “diversità”. Sappiamo bene che tutti gli individui che popolano la Terra sono diversi, ma ciò è fonte di ricchezza proprio perché ognuno è unico, portatore di caratteristiche e di un bagaglio che lo rende speciale e un miracolo dell’evoluzione, differenziandolo da ogni altro. Nel “mondo” del bullismo, invece, ciò può essere motivo di scherno. Nonostante le nostre società abbiano fatto passi da gigante in merito, sussistono ancora numerosi fatti di questo tipo e dunque anche il colore della pelle, dei capelli, la religione, lo sport praticato, la musica preferita e così via diventano un appiglio per perpetrare violenza ed esclusione sociale.
Comunicare e far conoscere la bontà della poliedricità degli individui è un ottimo passo per abbattere il muro dell’ignoranza, della superficialità e dell’asocialità di taluni soggetti.
Giungiamo ora a conoscere l’arma che più di ogni altra spegne molte delle motivazioni dei bulli: l’ironia.
Queste persone traggono generalmente piacere nel dolore, nel disagio, nell’offesa e nella paura altrui. Mostrare invece ironia, benessere con sé stessi ed autostima è quanto di peggio possano trovare in un individuo, spesso abbandonando i loro intenti, perché non vi sarebbe soddisfazione nel colpire qualcuno che ha un carattere molto più forte del loro.
Infine, un piccolo appello: quando tutto ciò non fosse sufficiente, è doveroso denunciare e farsi aiutare. Sempre. Perché uniti si vince e si possono anche prevenire altri fatti simili ed evitare tutto ciò a potenziali vittime prevenendo altra violenza ed anche fornire supporto a chi si è macchiato di tali comportamenti sbagliati, affinché divenga un adulto rispettoso del prossimo, maturo e corretto verso la società (e sé stesso).